mercoledì 29 luglio 2015

SAIF AL ISLAM - VERDINI - DIFFERENZE DI STORIA E STATURA - I MERCANTI DEL TEMPIO

Un mese addietro o giù di là Fulvio Grimaldi, vero corrispondente “du terrain” della nostra epoca, presente – sul serio – dove i fatti avvengono (qualcuno direbbe, non senza ragione – talvolta scambiata per retorica – dove si fa la Storia) e quindi insensibile a quelli che potrebbero definirsi esotismi della geopolitica, poneva ai frequentatori del suo blog la questione sul perché questi amassero dedicarsi più a dibattere di argomenti per l'appunto di rilevanza transnazionale (e spesso intercontinentale) snobbando - quasi – temi per così dire nostrani, ma sicuramente significativi sotto il profilo della rilevanza per i tempi che corrono.
Al di là del tema che in quella circostanza Fulvio aveva proposto (una sorta di educazione all'estetica della guerra, delle divise e del culto delle armi, indotta sotto forma di gioco – quasi – a beneficio di bambini, ad opera di volenterosi esperti delle nostre FF.AA.) credo che la risposta stia – purtroppo – in una sorta di parestesia in cui l'italiano si trova invischiato, nella consapevolezza – negata per propria fittizia dignità – della miseria della nostra classe politica, di pari passo con la meschinità della cosidetta classe dirigente.
Un Paese che si vantava di essere polo industriale e che in realtà viveva del gossip – più o meno divulgato – sulle acrobazie notturne di questo o quel “capitano d'industria”, un paese i cui aristocratici d'antica schiatta avevano ricevuto l'investitura (vedi il Volpi di Misurata nel 1925) magari per essersi distinti nella repressione durante l'invasione della Libia (lo stesso Giuseppe Volpi sarà successivamente capofila anche per la “indovinata” impresa della costruzione della diga del Vajont...), un Paese in cui le acrobazie semplicemente si trasformano, per una platea di elettori voyeurs, in equilibrismi che di politico hanno niente, l'ultima è quella del pluriindagato Verdini che abbraccia l'avventura di Renzi. 
I mercanti nel Tempio

E' chiaro che non ci possiamo interessare a questa dimensione ed a questa nazione (con la minuscola, ovviamente), molti sono avvezzi alle menzogne, moltissimi sono soddisfatti di farsi raccontare novelle sull'immigrazione, sui perseguitati, sulle Missioni Umanitarie, sul Mullah Omar “fraterno amico di Ben Ladin” come ricordava oggi all'ora di pranzo una sottile analista geopolitica del TG della 7, quella sorta di Voce del Padrone che il Mentana propala tra strambotti e tristi facezie e balbettii. Già perché - se non lo avete notato - c'é una parte di mondo che odia, che gioisce delle morti altrui: il Mullah Omar, stavolta, prima Gheddafi con la grottesca orgia della Clinton, poi il vero o fasullo Ben Ladin, Saddam: l'America è felice di ammazzar gente, il loro successo consiste nell'aver dei nemici (meglio inventarseli) ed ovviamente farli fuori.
Non una notizia sulla condanna a morte di Saif al Islam Gheddafi, l'erede politico del Colonnello, dopo un processo farsa che l'ha condannato per “aver represso con la violenza manifestazioni pacifiche nel 2011”. La Guerra organizzata contro la Jamahiriya, tramata a tavolino dai satrapi del Golfo e dagli sciacalli della NATO per mettere a tacere l'unica voce dignitosa non allineata alle loro non-regole, e i cretini, creduloni a bersi all'infinito le loro panzane!
Si, perché - oltre le decine di migliaia di morti, oltre lo sfascio del Nordafrica - l'altra vittima è la stessa "platea" cosidetta occidentale, quei milioni di menefreghisti idioti che credono alla Primavera Araba, come la definiva quell'altro campione di coerenza, Giorgio Napolitano? già, il risorgimento arabo, Nientemeno!!!! mentre stringeva la mano a quell'altro genio Mario Monti, sicario di Goldman Sachs, il Padrino della trappola del Fiscal Compact. E dall'altra parte del Mediterraneo, dove non tutti sono terroristi, anzi ce ne sono molto pochi, tra quei nordafricani di lingua araba ormai s'è da tempo diffusa la consapevolezza della demenza degli europei, disposti a credere a tutto, perfino che la "trappola libica" era stata una sommossa popolare, che quei poveri operai negri linciati per le strade fossero mercenari, mentre erano muratori, quei muratori che oggi mancano, nelle centinaia di cantieri deserti della Libia disintegrata.
MALEDETTI.
Un altro organo di "informazione" gli attribuisce di nuovo - addirittura - la regia dell'attentato dell'aereo Pan Am in Scozia, immemore del fatto che la stessa Polizia scozzese abbia da anni denunciata la ben diversa matrice stragista della bomba.
Finché si continuerà con i distinguo, con le definizioni denigratorie (il raìs, il regime di, il tiranno, i miliziani di, i mercenari di, i lager di Gheddafi, e chi più fantasia ed odio ha, più ne metta) finché non si ammetterà di aver voluto distruggere l'unica Nazione socialista del continente africano, mettendo a tacere l'unica voce potente e irriducibile erta a difesa di una diversità contro l'omologazione mostruosa che i barbari del XXI secolo (gli Stati uniti d'America, coi loro sodali tagliagole falsi salafiti – impariamo un po' il lessico delle cose – del Qatar e dell'Arabia Saudita, con gli eredi di Dhu Nuwas che bruciaron vivi 25.000 cristiani) finché anche l'ultimo degli assessori di provincia non avrà fatto mea culpa in merito all'appoggio dato in ogni modo all'avventura colonialista più terrificante della Storia – perché vissuta in diretta, quindi senza scusanti, senza ignoranza – non riacquisteremo un minimo di dignità.
E la politica italiana, con le sue trame da quattro soldi, da mercanti nel Tempio, resterà giustamente ridotta a strame (la rima non era voluta, ma non volevo esser volgare).
Adesso i criminali veri, criminali che hanno distrutto la Nazione libica, che hanno fomentato i linciaggi degli operai – neri – dei cantieri di Tripoli e di mezza Libia, quei criminali mezza cartuccia che si chiamano Sarkozy, Frattini, La Russa, ignavi come Berlusconi, Obama, la psicopatica compulsiva Clinton, il vendicativo Putin (quello che per costruire il BRICS aveva bisogno di uno stato-pagliaccio come il Sudafrica, non di un partner orgoglioso come la Libia di Gheddafi e niente fece per bloccare la famigerata risoluzione 1973, quella della no-fly zone), questi maledetti dall'Umanità si renderanno complici di un ulteriore misfatto, di un'altra indecenza. Se non con la ridicola messinsena della Corte Penale Internazionale dell'Aja stavolta con un surrogato assai meno elegante ma non meno letale, costituito da mercenari tagliagole, dagli stessi stipendiati. Il problema come ha detto lo stesso Saif Al Islam non è aver paura della morte, il problema è la distruzione di una Nazione e di un progetto per l'Africa.
La famiglia Gheddafi ha versato molto sangue per la causa africana, con dignità e coraggio ma da noi una singolare pruderie degli utilissimi idioti di tutte le parti politiche impone il silenzio. E voi non vi vergognate di far parte di una nazione che si è resa corresponsabile di questi disastri continentali? Il falso Califfo è anch'esso figlio di questa demente strategia, non lo avete capito? La Religione non c'entra niente e il fondamentalismo ancor meno.

Se gli italiani avessero mai letto qualche pagina del “Libro Verde” avrebbero avuto modo di rendersi conto che lo spessore della democrazia, di questa democrazia di delega, si riduce veramente a poco, che chi vince prende tutto, e forse le parole di un “beduino”, scritte in modo semplice per gente semplice avrebbero contribuito alla nostra di civiltà.
La nostra Civiltà è stata capace di distruggere, di ingannare, di nascondere.
Non c'è da stupirsi, Fulvio, che si vada a guardare verso altri orizzonti, foss'anche lo spioncino di un condannato a morte, ma armato di coraggio e di dignità.
Luglio 2011 Saif Al Islam guida i giornalisti attraverso Tripoli per dimostrare la falsità delle notizie sulla caduta della capitale libica, propaganda propalata da Al Jazeera e dalle fonti di informazione legate alla NATO

Qualche Organizzazione umanitaria griderà per salvare Saif Al Islam? Servirebbe a poco, ormai il danno è fatto, l'idea di un'Africa indipendente è tornata un miraggio, e mancava così poco, ma voglio ricordare le parole del Testamento spirituale di Muammar Al Gheddafi e la vile esecuzione dell'altro suo figlio, Mutassim, suo 


accompagnatore nelle leggendarie sessioni dell'ONU del 2009, allorché il Leader della Jamahiriya denunciò nell'organizzazione stessa e nelle scelte settarie del Consiglio di Sicurezza l'origine e e la regìa del vero Terrorismo.

"Questa è la mia volontà Io, Muammar bin Mohammad bin Abdussalam bi Humayd bin Abu Manyar bin Humayd bin Nayil al Fuhsi Gaddafi, giuro che non vi è altro Dio al di fuori di Allah e che Maometto è il suo Profeta, la pace sia con lui.
Giuro che morirò da musulmano. Se dovessi essere ucciso, voglio essere seppellito, secondo il rito islamico, con i vestiti che indossavo al momento della morte e con il corpo non lavato, nel cimitero di Sirte, vicino alla mia famiglia e ai miei parenti. Spero che la mia famiglia, soprattutto le donne e i bambini, siano trattati bene dopo la mia morte. Il popolo libico deve salvaguardare la sua identità, i suoi successi, la sua storia e l'illustre immagine dei suoi avi ed eroi. Invito i miei sostenitori a proseguire la resistenza e a lottare contro gli aggressori stranieri, oggi, domani e sempre."

In effetti si, ci vuole un bel coraggio ad essere orgogliosi di aver disintegrato il Nordafrica, almeno nell'800 i popoli erano educati a dei principi orientati in tal senso, il colonialismo pareva una benedizione, ma noi, ma voi.....




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