giovedì 3 gennaio 2013

CRESCERE!!!!....LA CRESCITA PERPETUA....


Perché il viaggiare ed il guardarsi intorno abbia qualche attinenza con una critica – forte – non solo ad una schiatta di politicanti decisamente inetti, infami ed infingardi ma anche verso un preciso modello di sviluppo, è presto detto.
Il Nordafrica, sfrondato dalle fascinazioni tardorientaliste e sgombrato dalle velleità ed appetiti del neocolonialismo – culturale, economico, finanche sociale – è un qualcosa che assomiglia troppo, a livello di stato nascente, a un qualcosa che forse, in un passato meno determinato dalla tecnologia, siamo stati anche noi. Ma attenti, non leggete come nostalgica o passatista la mia visione, semplicemente non credo che correre a rotta di collo sia necessariamente l'unica via per progredire. Forse esistono più velocità, è un concetto che ho espresso più volte nei miei libri, forse qualcuno ha scelto una velocità minore, anziché subirla. La scrittrice maliana Aminata Traoré, già ministro del suo paese, ha più volte esposto la propria critica ai sensi di colpa indotti all'africano per soggiogarlo. Ho condiviso questo concetto anche nel mio ultimo saggio “Libia il naufragio dell'Europa”.
Guardandoci da lontano, stando immersi in realtà di quelle regioni che vengono sprezzantemente definite il Terzomondo, si ha la percezione immediata che anche noi – in scala diversa, ovviamente – stiamo subendo le medesime manipolazioni, siamo colonizzati né più né meno che quei paesi.
Colonizzazione culturale, economica. Manipolazione dell'informazione: se i media non ne parlano, non è accaduto, se i media inventano è realtà, le manifestazioni sparse per le città libiche sotto attacco - nell'estate del 2011 - tenute nascoste al mondo.
Vi siete mai chiesti – onestamente – come si debba e possa ancora “crescere”? Di cosa ancora ci si debba proporre come sfizio o vezzo? Badate non sono né un santo né un anacoreta. Di cosa ancora non possiamo assolutamente fare a meno? Di un altro modello di telefonino, stavolta pensante al nostro posto (a veder come siamo messi forse davvero servirebbe che molti delegassero a una macchina il pensare...)? Di quale ulteriore gioiello tecnologico non possiamo privarci? Perché la tecnologia da strumento, da mezzo, è diventata il fine, la nuova deità.
Il mantra degli economisti alla Monti – gli uomini della teoria, i parrucconi che applicano ed insegnano teoremi che appaiono più dogmi che non equazioni caratterizzate da variabili – e il ritornello di ameni anchor men alla Mentana è uno solo: la crescita.
Salvo poi magari sbalordirsi di produzioni invendibili ed invendute di milioni di autoveicoli (una volta le aziende usavano programmare... ma è molto più facile farsi pagare le perdite dallo Stato, pardon, dai cittadini) anche perché la fanfaluca dei motori Euro 0-1-2-3-5-1000 ha un limite, in ogni caso un parco macchine rinnovato non tutti possono permetterselo, sotto il bombardamento di tasse anche sull'aria, col carburante che all'origine costa meno di zero (sapete che i maligni insinuano che gli Stati Uniti, cioè le compagnie petrolifere americane, all'indomani della guerra a Saddam per rifarsi – i tapini - delle spese di guerra (sic!) abbiano ottenuto il greggio iraqeno a più o meno 2 dollari il barile?) e viene venduto per oro fino per consentire ai patron calcistici di sviare milioni di Euro all'estero per ogni transazione su esotiche star del pallone...
La crescita, per i signori della torre d'avorio delle auto blu e delle pensioni d'oro sarà sempre possibile, come fa un burocrate che va in pensione con 30.000 Euro al mese o con una liquidazione di 16 milioni di Euro ad avere le stesse necessità del pensionato con 700 Euro, e avere la visione del mondo e delle priorità del medesimo pensionato?.
La crescita pei comuni mortali avrà pure un limite. Cresci cresci, lievita, lievita, alla fine scoppi.
Senza disturbare Serge Latouche e semplicemente riscoprendo la logica basterebbe considerare che il mondo è un sistema chiuso, e lo sviluppo perpetuo non è previsto, su questo pianeta.
Oggi, dopo il vero e proprio imprimatur concesso dal Vaticano a Mario Monti, si è scatenata la sarabanda di quanti si sono riscoperti vocati alla cosa pubblica, all'interesse di quella società civile che nemmen l'altro ieri era bollata di antipolitica. Non bastavano gli sdegnosi mustacchi dalemiani , i toupet modello Fininvest, avremo anche la romantica ed ottocentesca figura di Oscar Giannino, tutti portatori, da destra, centro e sinistra, del medesimo verbo: ancora la crescita, le privatizzazioni, Giannino vuole creare una task force parlamentare di rompicoglioni per dire giù le mani dalle nostre tasche ed intanto appoggia Monti, e con Roberto Benigni a braccetto del commosso pacifista Napolitano saremo orgogliosi di esser cittadini di un paese che ripudia la guerra. Ma acquista – e male – cacciabombardieri da spedire in missione di pace (si chiamano così oggi le invasioni dei paesi non allineati alla nostra favolosa fiaba economico- sociale). Pace, blaterano tutti, Nobel per la Pace è Obama, che sta proseguendo come e peggio del peggior Bush le azioni militari in un paese di montanari che notoriamente niente hanno a che fare – nel loro medioevo parallelo – con le mene del nostro lontano mondo “progredito", Nobel per la Pace è l'Unione Europea che si è appena appena sciacquata le mani del sangue di Muammar al Kadhafi, quello che probabilmente è cronologicamente l'ultimo statista africano degno di questo appellativo, Pace, parola che in bocca a questa gente ha meno significato della dichiarazione programmatica delle leggendarie candidate a Miss Universo.

3 commenti:

  1. prima di tutto, da vecchio juventino, apprezzo moltissimo l'allusione ai petrolieri patron calcistici (leggo Moratti, che Dio lo maledica!). A parte gli scherzi, sono d'accordo con te su tutta la linea, ma non so cosa fare per cambiare le cose. Che fare a febbraio?
    Alfredo.

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  2. ciao Emilio, daccordissimo sul mandarli a casa ma come?
    mi accodo alla domanda di Alfredo, come facciamo a cambiare le cose?
    non mi pare che la sinistra stia facendo meglio, anche Bersani vuole lo svuotamento dello stato sociale..le solite facce e i soliti nomi. purtroppo robin wodd e' solo una fantasia! In lobardia danno gia' Ambrosoli vincitore e paladino dello stato sociale..una nuova ripartizione della sanita' in lombardia? Comunione liberazione messa al bando?
    che facciamo ci rinchiudiamo tutti in casa e non andiamo a votare? dici che si accorgeranno che siamo stanchi?
    irrealizzabile la cosa perche' ci sara' sempre chi compra il voto, chi vota per amicizia, perche' me lo ha detto l'amico, perche' e' compaesano...io ho finito di crederci al voto.
    Iniziamo a capire perche' uno vuole fare politica..non si ritrova a fare politica cosi come il figlio del panettiere si ritrova a impastare il pane alle 5 di mattina e ringrazia il padre...
    Equipariamo gli stipendi ed aboliamo i privilegi prima di tutto...persino Bertinotti ha avuto da ridire quando volevano abbassagli la pensione!
    tutti hanno un prezzo alla faccia nostra.
    sto pensando ad un voto di protesta, che il grillo parlante almeno serva a smuovere le acque?
    ciao Marco

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  3. Uno dei motivi del Blog è proprio questo, il dar spazio ad un confronto che altrimenti ci è negato proprio da questo sistema di fasulla rappresentatività su delega.
    I fatti di una vita ce ne hanno mostrati - oltre ogni ragionevole dubbio - motivi, colpevoli e meccanismi, ma ce li siamo voluti tenere, quando - nel 1994/'95 - nacquero le prime Liste Civiche la gente preferì dar fiducia ai soliti professionisti. Si sa, promettevano - e mantenevano, invero le promesse - il posto in comune, in provincia, in una delle partecipate, magari in ospedale (a tal proposito e per Tua cultura personale Ti suggerisco di cercare un ormai quasi introvabile "Servizio Sanitario Nazionale/Maneggiare con cautela" di tal Carlo Montaini edito a Prato in quegli anni), tanto a pagare alla fine era la comunità.
    Si, vanno mandati a casa questi "strateghi" di una "uol strit de noantri" servitori bovini di meccanismi che credono di padroneggiare ma dei quali sono semplici manovali. I fatti di questi giorni, maturati negli anni trascorsi, non fanno altro che dimostrare quanto si disse allora - nell'epoca delle Liste Civiche - che era la collettività a dover amministrare sé stessa, non questi infami. Grillo o non Grillo? Io ho sempre votato, ed ho dato il voto un pò a tutti gli schieramenti, la mia scelta andava sui programmi non sulle ideologie, i risultati si son visti.
    Avevo già deciso stavolta di disertare le urne. Francamente Grillo mi ci ha fatto ripensare.

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